In Vallemaggia a caccia di antichi grotti!

Estate, ora di pranzo, percorrevo la tranquilla pista ciclabile lungo la Maggia in direzione di Cevio dove stavolta mi sarei finalmente fermata, complice il ritmo lento della bici. Troppe le volte in cui avrei voluto farlo, ma il tempo è tiranno si sa e la Val Bavona o l’Alta Vallemaggia l’avevano sempre avuta vinta. E’ iniziato tutto da un grotto eccezionale dove abbiamo deciso di fermarci a mangiare: il grotto Franci.

I tavoli di granito tra i massi, la cucina dentro ad una caverna e a dominare la scena: il bosco. Non avevo mai visto un grotto come questo, gli spazi sono stati usati in modo davvero creativo e, inutile dirlo, è un piacere non solo per gli occhi ma anche per il palato. Ignoravo però d’essere solo all’inizio della mia scoperta!

grotto cevio

A Cevio, appena sopra la sede principale del Museo di Valmaggia, giace il deposito di una grande frana causata dal crollo della parete rocciosa situata circa 300 metri più in alto. Fra questi grandi blocchi, su una superficie di circa due ettari, furono scavate oltre sessanta cantine che formano il nucleo dei grotti. Una rete di angusti sentieri percorre l’intera area, oggi recuperata e resa fruibile grazie ad un sentiero ad hoc, e rende possibile l’accesso a tutti i vani, a volte molto profondi.

grotto cevio

Il percorso si snoda tra spettacolari anfratti naturali resi cantine e rifugi da parte dell’uomo. Pensate che proprio dietro al Museo vi è un un blocco gigantesco di 10’000 m3, coronato da un giardino pensile, che nasconde tre cantine e protegge con una parete aggettante tre costruzioni rurali. Davvero uno straordinario esempio di simbiosi tra la roccia e la presenza dell’uomo. In un franamento costituito da grandi blocchi, l’uomo ha saputo sfruttare ogni anfratto possibile, anche a notevole profondità. È un mondo sotterraneo, buio e fresco, poco appariscente ma di grande fascino.

Le soluzioni architettoniche, semplici ed essenziali, denotano grande perizia e notevole ingegno. Gli elementi naturali sono sapientemente integrati e sfruttati.
Il vano in profondità è spesso accompagnato da uno spazio esterno pianeggiante e raccolto dove fanno bella mostra di sé, sedili e tavoli in pietra che offrivano momenti di riposo e di allegria. In cantina riposavano infatti formaggi e vino e fuori, a proteggere questi “frigoriferi”naturali, maestosi castagni!
E’ possibile osservare interessanti opere di terrazzamento e di bonifica compiute allo scopo di agevolare l’accesso alle cantine.
L’intero percorso richiede circa un’ora, vi consiglio di partire proprio dal Museo dove troverete le indicazioni per poi lasciarvi guidare dell’istinto…non avrete nessun problema di orientamento e si tratta di un percorso adatto a tutti.

I grotti pubblici sono visitabili anche internamente e vi faranno capire quale è la caratteristica peculiare di un grotto! Osservando la struttura noterete che nella parete di fondo della cantina è presente un anfratto dal quale, soprattutto durante il periodo estivo, fuoriesce una corrente d’aria fresca. In Vallemaggia tale cavità è denominata fiadairö. Sul montante esterno della porta, vi è un’altra piccola apertura che permette all’aria proveniente dal fiadairö di fuoriuscire. Proprio tale corrente d’aria mantiene il grotto a una temperatura costante di 10-12 gradi. Ma da dove proviene questa corrente d’aria?


Viene dal cuore della montagna! Il grotto sorge su un deposito poroso, dove è garantita una circolazione interna dell’aria. A parità di volume, l’aria calda è più leggera di quella fredda. L’aria calda tende pertanto a fluire verso l’alto e l’aria fredda verso il basso, dando origine a un moto convettivo. Essenziale per il funzionamento dei grotti è dunque la presenza di un suolo poroso e di una differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno del deposito.
Questo percorso mi ha davvero lasciata senza parole, questo è il momento perfetto per scoprirlo!

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