L’intimo legame tra la storia del “Saurolo” e quella dei fossili del Monte San Giorgio

Quello che tutti sanno è che il Monte San Giorgio (il mio belvedere preferito) è da annoverare tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo. Non a caso è tra i siti UNESCO dal 2003, versante svizzero, e 2010 versante italiano.
Quello che non tutti sanno però, è che la storia dei fossili inizia con quella del “Saurolo”, un olio prodotto mediante distillazione dell’argilla bituminosa estratta dalle miniere sopra Besano e presso Serpiano, utilizzato per preparare un unguento particolarmente efficace in caso di lesioni cutanee. La ricerca di questo scisto bituminoso nelle Dolomie del Triassico medio portava infatti continuamente alla luce anche scheletri fossili di pesci e rettili di notevole interesse che potrete ammirare con una visita al Museo dei Fossili del Monte San Giorgio a Meride.

L’argilla bituminosa del Monte San Giorgio veniva estratta nelle miniere di Meride e Besano già a partire dalla metà del 18° secolo per il suo contenuto di olio combustibile. Nel 1830 furono condotti studi sulla produzione di gas per l’illuminazione stradale di Milano ma questo, come altri progetti, vennero presto accantonati. Nel 1861 il governo ticinese concesse l’autorizzazione per l’apertura di alcune miniere nei territori di Meride e Brusino, ma i tentativi di estrazione furono presto interrotti. Nel 1907 le cose cambiarono completamente in seguito al successo commerciale dell’ ittiolo di Seefeld nel Tirolo ottenuto da uno scisto bituminoso del tutto simile a quello di Meride e Besano. Venne riaperta la miniera in località Tre Fontane a Serpiano e nel 1910 l’appena costituita Società Anonima Miniere Scisti Bituminosi di Meride inaugurò una fabbrica per la produzione di olio a Spinirolo presso Meride. Vi si ricavava l’olio mediante distillazione a secco della roccia bituminosa, per poi raffinarlo e ottenere così il saurolo, un prodotto simile all’ittiolo destinato alle industrie farmaceutiche di Basilea e Milano. Nel 1916 nella località Tre Fontane erano operative 5 gallerie per una lunghezza di 900 mt e una produzione di circa 2100 tonnellate di materia prima sfruttabile. Nel 1940 le gallerie destinate alle attività estrattive raggiunsero i 1770 metri.

A causa dei problemi legati alle esportazioni, la produzione conobbe un calo durante la seconda guerra mondiale, cui fece seguito una breve ripresa che tuttavia durò solo qualche anno. In quel periodo le persone impiegate in miniera erano circa 30 tra minatori e altri impiegati. Nel 1950 l’estrazione fu definitivamente interrotta.
Se volete fare un tuffo nel passato potete andare a piedi ad ammirare la vecchia fabbrica con il camino spinirolo, ora in gestione ad una Fondazione che propone attività assistite con gli animali. Vi consiglio di parcheggiare nei pressi della Fontana di Meride (che si raggiunge anche con l’autobus di linea) e proseguire verso Spinirolo tenendo la sinistra e ignorando la strada principale che prosegue verso Serpiano.

Da lì, proseguendo lungo il sentiero principale vi troverete in località Crocefisso a Serpiano e potrete tornare all’auto semplicemente seguendo la strada asfaltata verso Meride…ma a questo punto potreste anche decidere invece di salire verso la cima (se è il mio belvedere preferito, un motivo c’è 🙂 ). Pur raggiungendo un’altitudine di soli 1097 metri, si trova in una posizione davvero inviadiabile con una vista a 360° che abbraccia Svizzera e Italia.

Questo è uno dei percorsi più dolci, segnalato come sentiero naturalistico del Monte San Giorgio, attraversa boschi fitti e permette di ammirare anche le cave dismesse. Per il rientro all’auto le opzioni sono molteplici, la più breve ma anche la più ripida, permette di arrivare proprio in centro a Meride, nei pressi del Museo dei Fossili.

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