
Parco della Valle della Motta, un tesoro fortunatamente solo in parte perduto
Siete mai stati completamente immersi in un tappeto odoroso, letteralmente circondati dai fiori bianchi dell’ Aglio Orsino? A me è capitato spesso ma mai come al Parco della Valle della Motta!
Nato forse per merito di una discarica, che ne impose lo studio, il Parco vide la sua istituzione nel 2004. Nel 1987 infatti, il Dipartimento Federale dell’Interno decise di realizzare la discarica proprio lì ma, fortunatamente, chiese un rapporto sul contenuto naturalistico della Valle. Resosi conto del pregio dell’area, impose una compensazione dei contenuti sacrificati con misure di riqualifica ambientale, da realizzarsi nel comparto di Valle non interessato dal progetto.
Per renderci conto di cosa stiamo parlando, userò l’interessante studio «Valle della Motta: Natura e Storia» di Ivan Camponovo, Markus Felber, Paolo Poggiati e Claudio Valsangiacomo, che ci racconta di 1025 specie di piante e animali (di cui 75 sulla lista rossa delle specie in pericolo di estinzione in Svizzera, 45 non erano mai state censite in Ticino, 30 non erano mai state censite in Svizzera) e addirittura 7 specie di funghi sono state finora rilevate solo all’interno del Parco della Valle della Motta e in nessuna altra parte del Mondo. Niente male, non credete?
Camminando lungo i sentieri che attraversano il Parco, vi renderete conto che è pieno di ciottoli e sabbia, questo perché fino a 100.000 anni fa era tutta ricoperta di ghiaccio che, una volta scioltosi circa 15.000 anni fa, ha lasciato in eredità un bel po’ di materiale. Parliamo di una Valle formatasi circa 5-6 milioni di anni fa!
La storia economica, come sempre accade, è strettamente collegata a quella geologica ed infatti, nella Valle della Motta, si è estratta ghiaia e sabbia fino al 1979. I depositi di argilla presenti nella parte bassa dell’area, sono stati sfruttati per la fabbricazione di mattoni, coppi e tegole dalle fornaci di Balerna e della Boscherina, abbattute nel 1979.
Nel 2005 la discarica è stata ufficialmente chiusa e su di essa è stato ricreato un ambiente diversificato, in grado di favorire l’insediamento di specie indigene.
Le cose che mi attraggono maggiormente del Parco della Valle della Motta sono due e son collegate: l’acqua, ovvero il Roncaglia, e il mulino.
Il torrente, lungo appena 6 chilometri, ha la sua sorgente a Coldrerio e crea degli ambienti umidi davvero suggestivi; le sue pozze sono abitate da numerosi anfibi. È l’unico caso in Svizzera dove vivono insieme la Rana rossa (Rana temporaria), la Rana agile (Rana dalmatina) e la rarissima Rana di Lataste (Rana latastei).
Seguendo il corso d’acqua potrete anche approfondire le vostre conoscenze grazie ai pannelli didattici suddivisi a seconda dei vari aspetti di interesse.
Ma veniamo al mulino…chi abita nelle vicinanze non può non conoscerlo, ve ne avevo già parlato nell’articolo: Domenica in perfetto stile ticinese .
Il Mulino del Daniello prese vita nel 1801, l’anno seguente iniziò la sua attività il primo mugnaio, Daniele Galli. La storia, interessantissima e approfondita, la potete leggere nella pubblicazione Il Mulino dei Galli, di Ivan Camponovo. Si tratta di due grandi ruote idrauliche azionate dal fiume Roncaglia che a loro volta mettono in moto macina e frantoio. Un tempo utilizzato per produrre olio di noci e lino, oggi il frantoio viene utilizzato a scopo didattico mentre una delle tre macine esistenti permette ancora di produrre farina per polenta (che si può acquistare a Coldrerio).
Foto: ticino.ch
Nel 1990 gli eredi Galli donarono al Comune di Coldrerio l’intera proprietà del mulino, comprendente i quattro ettari di terreno circostanti, lo stabile principale e la bigattiera, il locale attrezzato per l’allevamento dei bachi da seta, altra attività tipica del Mendrisiotto rurale. Oggi la struttura è corredata anche da una sala riunioni, da una cucina e da una zona picnic coperta. Di recente, la proprietà è passata alla Fondazione Galli che si occuperà di valorizzare il Parco della Valle della Motta e le sue peculiarità.
Itinerario a piedi (passeggiata rilassante o corsa decidetelo voi)
Partenza da Balerna, non prima però di aver reso visita alla chiesa di Sant’Antonio. Costruita tra il 1685 e il 1688, è stata profondamente modificata nel 1931 da Giacomo Alberti.
In questa occasione, Torilo Conconi eseguì sulla facciata alcuni affreschi, che vennero poi sostituiti nel 1995 da un mosaico raffigurante Sant’Antonio da Padova ad opera di Gino Macconi.
Il romitorio che si trova sul portico risale invece al XVIII secolo, così come le edicole con le stazioni della Via Crucis che si trovano sulla strada che conduce alla chiesa.
Dal parcheggio immediatamente sotto alla chiesa, dirigetevi verso la Costa, ve la ricordate la strada che faccio in bicicletta da corsa?
Oggi però non andiamo verso i vigneti ma deviamo a sinistra passando sotto al tunnel che ci porterà verso il Mulino Prudenza e il Parco della Valle della Motta.
L’orientamento è davvero semplice, tenete la destra al bivio e proseguite verso il Mulino del Daniello.
Ve lo ricordo ancora, qui ci sono un sacco di posticini carini dove fare il picnic 🙂 e il Mulino del Daniello produce un’ottima farina e miele Gemma Bio Suisse. Al momento non li trovate in vendita qui, ma alla Cooperativa di Coldrerio.
La passeggiata prosegue con il Roncaglia sempre al nostro fianco. Vi troverete davanti ad un bivio, prendete a sinistra in direzione di Genestrerio, voglio portarvi a vedere qualcosa di davvero speciale!
Quanto conosci il Mendrisiotto giorno 10
Autentico chiama Mendrisiotto. Giorno 10 del gioco.Ieri vi ho detto che amo particolarmente i corsi d'acqua e, come avrete potuto notare, la natura nelle sue svariate manifestazioni. Il mio lavoro e mia la curiosità mi portano anche a conoscere dettagli di opere umane interessanti. Ecco, queste briglie di legno locale (si tratta di castagno) ne sono un esempio. Sapete a cosa servono? E dove si trovano?
Pubblicato da Autentico su Venerdì 27 marzo 2020
Durante il mio gioco “Quanto conosci il Mendrisiotto?” siamo venuti a vedere questa opera di ingegneria naturalistica davvero speciale, ve la ricordate? Evita fenomeni di erosione del terreno e crea ambienti adatti ai pesci senza usare il cemento.
Proseguite e mantenete la destra al bivio, per chiudere l’anello intercetteremo la strada asfaltata che gira intorno alla discarica e poi ci ricongiungeremo alla strada che porta in direzione di Coldrerio. A questo punto avrete varie possibilità perché da qui potrete portarvi verso Mendrisio o verso Coldrerio e le sue vigne…ma oggi vogliamo rimanere il più possibile nel Parco e quindi, dopo pochi metri prenderemo il sentiero che scende a destra e che ci riporta verso il Mulino del Daniello offrendoci una diversa prospettiva del Parco della Valle della Motta!
Ritornando verso la Chiesa ricordatevi che proprio lì sotto ci sono ben due grotti dove, in caso, ristorarvi.
Ecco la cartina rielaborata partendo da quella del Parco!