Lucia, la regina del Lario (ovvero del Lago di Como)

Sono sempre stata molto intrigata dalle vie d’acqua come arterie di comunicazione, ma anche di viaggio. Amo l’acqua e la sua resistenza che ci costringe a rallentare, il luccichio del sole e la prospettiva diversa che ci offre delle rive (lago, fiume o mare che sia). Andar per acqua è un’esperienza sensoriale a 360 gradi, consiglio a chiunque di farlo, senza motore! Sogno una vacanza in houseboat con bici al seguito e di imparare la voga alla veneta per muovermi sui fiumi che un tempo venivano usati dalla Serenissima.
Qualche giorno fa ho avuto il privilegio di poter fare un giro in “Lucia” grazie ad una cara amica di Blevio partendo proprio da lì in direzione di Torno.
Silenziose, eleganti, non danno quasi nell’occhio queste antiche barche che da secoli (si dice dal 1500) trasportano pescatori durante il loro lavoro sul Lago di Como.
Si chiamano “Lucia”, o “Batell” e sono imbarcazioni a remi o a vela (anche se ora sono ormai tutte dotate di motore), simbolo indiscusso del Lario. Fu progettata come barca da pesca, i pescatori la utilizzavano per trasportare il frutto del proprio lavoro ovvero Agoni, Lavarelli o pesci persici, pronti per essere venduti al mercato del pesce lungo le rive del Lario oppure a ristoranti e osterie.
Presenta un fondo piatto, caratterizzata da tre cerchi in legno, uniti da un travetto longitudinale (mantàula), con lo scopo di sostenere una tenda che proteggesse gli occupanti dagli agenti atmosferici durante le lunghe uscite di pesca che un tempo potevano protrarsi per più giorni.
Originariamente il materiale con cui veniva costruita la Lucia era il legno di castagno, in tavole da quattro centimetri, data l’abbondanza di questo albero sui monti circostanti il lago. Col passare del tempo e in seguito alle richieste di un allestimento sempre più pregiato di questa imbarcazione, i maestri d’ascia lariani passarono all’impiego del larice e del mogano. Nata come barca da lavoro, per pesca o trasporto di merci poco ingombranti, nell’Ottocento fu molto apprezzata per la navigazione da diporto che muoveva i primi passi: lo spazio per il carico fu ridotto rispetto alla versione da lavoro e furono aggiunte lunghe panche longitudinali lungo i fianchi per i passeggeri.
Ma da dove deriva il suo nome? Ve la ricordate Lucia Mondella, promessa sposa di Renzo Tramaglino?
Ecco, gli sposi più sfortunati della storia, fuggirono assieme alla madre Agnese e attraversarono il lago di Como grazie ad un “Batell”, che in seguito al successo del romanzo di Manzoni ha cambiato nome in “Lucia”.
Lunga circa 6 metri larga 2, con sponde abbastanza alte ed inclinate, la “Lucia” era una imbarcazione che normalmente veniva usata da circa 2 pescatori alla volta, dedicando uno spazio maggiore dedicato a pesce e reti. Se veniva utilizzata per il trasporto di persone ovviamente disponeva di più posti.
Ai giorni nostri non viene quasi più usata per pescare ma se avrete la fortuna di vederla o ancor meglio trovare qualcuno che vi porti a fare un giro…beh, vi innamorerete sicuramente di lei e delle visioni che avrete delle sponde del Lario! Informatevi presso gli uffici turistici perché spesso vengono organizzate delle uscite a cui potrete prendere parte.

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