Le trincee del Sasso Gordona in Valle di Muggio

Della Frontiera Nord vi ho già parlato in questo articolo sulle trincee del Monte Orsa, oggi andiamo a scoprirne un altro pezzo sul Sasso Gordona. E’ una di quelle cime che un’appassionata di montagna come me non poteva non voler salire, una di quelle cime che invogliano per la forma e la particolarità che la rendono avulsa dal resto. Un blocco di roccia a forma di piramide sopra il verde della Valle…irresistibile!

sasso gordona

Facciamo un rapido riassunto storico. La regione del Mendrisiotto fu poco interessata dalla costruzione di fortificazioni da parte della Svizzera che preferì considerarla un campo di battaglia aperto. Sulle circostanti montagne italiane fu invece realizzato un sistema difensivo chiamato comunemente “Linea Cadorna” dal nome del generale che ne realizzò la maggior parte durante il primo conflitto mondiale. Cosa temeva Cadorna? Un attacco portato avanti attraverso la neutrale Svizzera. Per mancanza di risorse, la viabilità e le fortificazioni maggiori non furono iniziate se non con l’inizio del Novecento, mentre il grosso dei manufatti fu messo in cantiere soltanto nel corso della prima Guerra Mondiale. Nessun colpo venne però sparato in queste zone e l’opera fu utile principalmente sotto l’aspetto sociale più che bellico.
Il Sasso Gordona era uno dei capisaldi più importanti del sistema difensivo della Frontiera Nord in Val d’Intelvi, costruito per controllare da est il saliente ticinese. La sua forma particolare caratterizzata da funghi di roccia, tetti strapiombanti e cenge, è stata sfruttata per fare della montagna una vera fortezza. Lungo l’asse est-ovest sono stati costruite diverse trincee e postazioni di mitragliatrice.

Fortificazione sul Sasso Gordona

Grazie all’osservatorio in caverna posto immediatamente sotto la vetta, essa garantiva il perfetto controllo del territorio svizzero in direzione del Monte Bisbino e del Monte Generoso; per questa sua posizione strategica, era destinata a fornire le indicazioni necessarie a dirigere le numerose artiglierie appostate sul fianco settentrionale della montagna.

sasso gordona da cabbio

Per raggiungerlo, percorrete la Valle di Muggio e partite a piedi da Cabbio, un delizioso villaggio sede anche del Museo Etnografico. Parlando di cose belle e buone, ricordo con molto piacere che il primo vino ticinese che ho avuto modo di assaggiare è stato quello della Cantina Cavallini che troverete proprio nel nucleo; può essere un’ idea per una piacevole tappa al ritorno.
Seguite la mulattiera che dalla chiesa sale verso l’Alpe Bonello, dove potrete anche fermarvi ad acquistare formaggini e formaggelle.
Seguendo la linea di confine salite al Poncione di Cabbio (1’263 m), dove esistono ancora delle piccole costruzioni in legno, le garitte di vedetta, una specie di casotto che serviva di protezione a una sola guardia di confine soprattutto in caso di pioggia. Da qui il sentiero scende verso il Rifugio Prabello, tappa fondamentale della conosciuta Via dei Monti Lariani.

panoramica sasso gordona

Passando accanto alla nevera seguite il crinale erboso ed al primo salto di roccia, vedrete gli importanti appostamenti in grotta per le mitragliatrici. Poco sopra si attraversa una trincea abbondantemente interrata. L’ultimo tratto che sale a zig zag fino alla vetta del Sasso Gordona (1’410 m) è attrezzato con catene nei posti più esposti.

rifugio prabello panoramica

Partendo da Cabbio, in Valle di Muggio, il percorso prevede un dislivello di circa 800 mt se considerate di arrivare alla cima, cosa che vi consiglio spassionatamente dato il panorama del quale potrete godere. Il tratto dal Rifugio Prabello alla cima è piuttosto ripido ma le catene rendono più agevoli e sicuri i passaggi esposti…non impauritevi, è affrontabile da chiunque abbia un minimo di abitudine all’ambiente montano e ne vale davvero la pena.

panoramica sasso gordona

Il panorama dalla croce si apre a 360° e spazia dal Lago di Como alla Valle d’Intelvi e di Muggio fino alle cime ben più lontane. Se come me poco sopportate di tornare lungo la stessa via dell’andata, vi consiglio di scendere per il sentiero in direzione del Dosso d’Arla che, prima di portarvi nuovamente verso Cabbio, vi offrirà un belvedere davvero notevole.
Se vi spaventa la salita, potrete optare per una partenza dalla Valle d’Intelvi riducendo sia la lunghezza che il dislivello perdendovi tuttavia il pezzo nella Valle che ha vinto il premio “Paesaggio dell’anno 2014”.

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