Erbe spontanee, dal bosco alla tavola!

La natura, uno spettacolo che si rinnova senza sosta e ci dona sempre quello di cui abbiamo bisogno. La stagionalità dei suoi frutti è pensata proprio per rispondere alle necessità di chi la “abita”, questo vale naturalmente anche per le erbe spontanee.
Non so come mai ma bacche, fiori ed erbe spontanee mi hanno sempre attratta moltissimo…la mia non è tanto una curiosità scientifica, botanica quanto piuttosto la ricerca di una visione di insieme al fine di capire come gli elementi si fondano per creare questa macchina meravigliosa che è appunto la natura.
Walt Withman scriveva: “Non devi sapere troppo, o essere troppo preciso, scientifico su uccelli e alberi e fiori e movimenti dell’acqua; un certo margine di libertà, e persino di vaghezza – forse di ignoranza, di credulità – aiuta il godimento di queste cose …”, e mi trova perfettamente d’accordo 🙂
Organizzando eventi, mi è capitato più di qualche volta di farmi accompagnare in escursione da botanici alla ricerca di erbe spontanee da utilizzare in cucina. Sono sempre stata persuasa dall’idea che più riusciamo a stabilire una connessione diretta con gli elementi, a volte anche di utilità, più contribuiamo alla loro conoscenza e protezione.
Perdersi nel bosco in questo periodo dell’anno è come immergersi in un acquerello odoroso, così ho deciso di abbinare una escursione nel basso Malcantone ad un seminario alla ricerca di erbe spontanee. A me il Malcantone piace davvero moltissimo, se siete curiosi di capire come mai una zona così bella abbia un nome così poco felice potete approfondire qui.
Siamo partiti da Sessa con l’idea di percorrere il sentiero dell’acqua ripensata ma la cascata ha decisamente rallentato il passo impedendoci di completare il tragitto prima del seminario. Ma valeva davvero la pena di soffermarsi in contemplazione!

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Si tratta di un percorso ad anello della lunghezza di circa nove chilometri che mira a “celebrare” una visione dell’acqua in chiave moderna.

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Sono ben quattordici i punti di interesse che si incontrano nel cammino che spaziano dalle cascate del torrente Pevereggia alle bolle di Sessa, passando nei pressi dei resti dell’antico mulino Trezzini, dove nel XIX secolo si produceva la farina. Troviamo anche una vecchia latteria (del 1889) e il camino Baglioni che giocava un ruolo fondamentale nel processo di lavorazione del minerale aurifero estratto dalle miniere di Sessa.

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Se vi va di approfondire, qui potrete trovare la mappa e alcuni dettagli storici sul percorso.

Alle due del pomeriggio incontriamo il resto del gruppo e Francoise, la nostra guida! Francoise esordisce raccontandoci di essere una etnobotanica formatasi a Parigi. L’etnobotanica è una scienza interdisciplinare e transdisciplinare (al confine tra antropologia culturale e botanica) che si occupa dell’uso e della percezione delle specie vegetali all’interno di una o più società umane. Di conseguenza, essa si lega alla situazione geopolitica e culturale di queste ultime, denotandone vicende storiche, usanze, costumi e forme linguistiche spesso importanti per ricostruire la loro origine e la loro provenienza. (fonte: Wikipedia)
Mi piace l’idea di avere di fronte una persona in grado di spaziare, appaga il mio desiderio di avere una visione ampia delle cose.

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L’obiettivo del pomeriggio è quello di conoscere il maggior numero di erbe spontanee e fiori commestibili raccogliendo il necessario per preparare la cena. Si, avete capito bene, la sera poi, a casa di Francoise si cucina quanto raccolto e lo si mangia tutti assieme.

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Artemisia, Asperula, Acetosa e Alliaria iniziano ad entrare nel nostro vocabolario e nelle borse 🙂
Pochi passi ed ecco che già trovo quella che per me rimarrà la più incantevole erba spontanea e anche la più buona: l’Acetosella dei boschi ovvero l’ Oxalis acetosella.
Una sorta di trifoglio con i petali a forma di cuore che si richiudono all’aumentare dell’umidità dando luogo ad una forma davvero insolita, accompagnati da un fiore bianco con delle decise striature fucsia, delicato e particolare. Il suo gusto aspro gli viene conferito dall’abbondante acido ossalico e viene usata sin dal Medioevo per arricchire insalate e come condimento.

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La passeggiata prosegue tra erbe e fiori fino a giungere a casa di Francoise che è anche B&B.
Prima di iniziare a lavorare visioniamo e suddividiamo il nostro raccolto davanti ad un tè delizioso a base di menta, melissa e artemisia.

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La preparazione è stata davvero divertente, guidate da Francoise ed Irina siamo riuscite a mettere in tavola un intero menù a base d’erbe e fiori che abbiamo accompagnato con un cocktail a base di Asperula e altre piante aromatiche lasciate riposare assieme al succo di mela e al prosecco.
Avevo già avuto la fortuna di assaggiare pietanze preparate con erbe spontanee e fiori ma era la prima volta che mi cimentavo in cucina avendo a disposizione così tante varietà di erbe da usare come materie prime.

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Mi sorprende sempre l’incredibile varietà di specie dalle quali siamo circondati e, il fatto di essermi potuta cibare di quello che ho raccolto rispettando i delicati equilibri della natura, mi ha colmata di gratitudine.

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